Lo studio Urnato è uno studio fotografico con sede in provincia di Vicenza, attivo dal 1999, che unisce esperienza e conoscenza con l’uso delle nuove tecnologie e dell’attrezzatura fotografica più moderna.
1. Che cos’è il rendering fotorealistico?
2. Tipologie di rendering fotorealistico
3. Trucchi per distinguere il rendering eseguito da un professionista
4. Il processo: come si realizza un rendering fotorealistico
Nell’ultimo decennio, in molti e differenti ambiti, è sempre più utilizzato il rendering fotorealistico. Esso consente di raffigurare in modo realistico un oggetto o un ambiente, anche se non esistente o non fotografabile, con un risultato paragonabile a quello ottenibile con la fotografia. Con il termine rendering ci si riferisce all’operazione mediante la quale, grazie al computer, si ottiene la rappresentazione il più possibile veritiera di un oggetto o di un ambiente tridimensionale. Proprio per questo, l’espressione completa corretta da utilizzare è CGI rendering, ossia Computer-generated imagery. Ma che cos’è il GGI rendering? La generazione dell’immagine viene realizzata mediante programmi di grafica computerizzata tridimensionale che partono dalla descrizione matematica di una scena interpretata da algoritmi. Per essere ancora più precisi, sarebbe preferibile parlare di Photorealistic CGI render, in quanto l’obiettivo è ottenere un’immagine fotografica fotorealistica e quindi il più possibile vicina alla realtà.
Ecco spiegato perché, se si desidera ottenere un buon render fotorealistico, e quindi una rappresentazione fotografica del tutto simile ad una fotografia e confondibile con essa, occorre rivolgersi a un fotografo professionista esperto. Solo lui, infatti, conosce in modo approfondito e completo le regole della fotografia: possiede una vasta conoscenza dell’illuminazione, dei materiali, del punto di vista.
A parlare è il risultato: perché un render fotorealistico sia veramente definibile così, anche un professionista deve scambiarlo per una foto. Altrimenti si tratta di un disegno 3D, ma non di un render fotorealistico. Quando invece il budget a disposizione è limitato o non ci si aspetta che il risultato corrisponda alla realtà perché se ne vuole fare un utilizzo interno o perché per l’uso che si desidera è sufficiente un’idea di massima, ci si può accontentare di un risultato qualsiasi, non necessariamente prodotto da un fotografo, ma in tal caso, non si può definirlo Photorealistic CGI rendering.
QUANDO SI RICORRE AL RENDERING FOTOREALISTICO
I casi in cui si necessita di un rendering fotorealistico sono numerosi e svariati, ma in genere si ricorre al render quando non si ha il prodotto a disposizione perché è ancora in fase di produzione o perché, prima di produrlo, si desidera vedere in modo realistico come apparirà, si ha bisogno di presentarlo in anteprima ai rivenditori o si vuole testare che effetto avrà sul mercato di riferimento. Il render fotorealistico è la soluzione ottimale anche quando ci sono delle difficoltà di produzione, di trasporto o di logistica, perché magari il prodotto è molto grande, ingombrante o difficilmente spostabile o quando, per mille possibili ragioni, non è possibile inserirlo nello sfondo desiderato. A volte il problema è proprio l’ambientazione, magari difficile da raggiungere, complessa da fotografare, collocata in un luogo pubblico o turistico o trafficato. In tutti questi casi il render è la soluzione. Un professionista riesce ad ottenere, utilizzando il computer, una rappresentazione realistica dell’oggetto o dell’ambiente in questione e a fornire al cliente un’immagine fotografica, simile alla fotografia sia nel risultato estetico che nel formato e nelle caratteristiche del file.
Oltre a consentire di rappresentare con un’immagine reale tutto quello che ha difficoltà di produzione, trasporto o ambientazione, il render fotorealistico consente di visualizzare in modo realistico svariate varianti del prodotto senza dover necessariamente realizzare un prototipo per ciascuna di esse. Questo garantisce al cliente un notevole risparmio in termini di tempo e di denaro.
Il rendering fotorealistico è richiesto in numerosi settori, ma quello in cui viene più utilizzato è probabilmente il settore dell’arredamento. Nel caso di un mobile, ad esempio, il render consente di raffigurare molteplici varianti, senza doverle produrre tutte. In questo modo il produttore può avere una visione reale del mobile in questione e verificare che effetti ha sul consumatore o sul mercato. Il produttore può anche permettersi di “osare” senza correre rischi. In preparazione di una fiera, ad esempio, un’azienda di cucine può riprodurre su un catalogo una cucina in versioni non usuali, magari con colori poco richiesti o con effetti particolari. Naturalmente sta al cliente usare il buonsenso: non si può creare nel virtuale qualcosa che poi non si è sicuri di poter realizzare veramente. È in gioco la serietà dell’azienda stessa.
QUALI SONO I SOGGETTI PIÙ INDICATI
Non ci sono dei soggetti più o meno adatti ad essere rappresentati in un render fotorealistico. Possono esserci, piuttosto, dei soggetti più o meno difficili, ma ogni difficoltà si può superare se si possiedono l’esperienza e le competenze sufficienti. Naturalmente in base alla difficoltà del lavoro, variano il tempo e l’impegno richiesti e di conseguenza il prezzo.
C’È UN PREZZO DI RIFERIMENTO?
È difficile, se non impossibile, fissare uno standard di prezzo per un Photorealistic CGI rendering in quanto ci sono moltissime variabili da considerare. Il costo di un render fotorealistico va quantificato in base alla complessità del lavoro. Innanzitutto, varia a seconda del punto di partenza: si può partire da un semplice disegno cartaceo, da un disegno quotato o da un file 3D realizzato con Autocad; può trattarsi di un progetto accurato o solo abbozzato. A seconda dell’uno o dell’altro, la mole di lavoro cambia. Quando ha in mano il progetto, il professionista valuta bene i contenuti, l’ambiente e la composizione richiesti ed elabora un preventivo il più possibile preciso.
Per evitare inconvenienti, è necessario che il disegno o il progetto di partenza siano dettagliati e che tutto sia stabilito in partenza. Solo in questo modo ci si può accordare bene su ogni aspetto e individuare in anticipo eventuali problematiche da risolvere. Il costo di un render fotorealistico aumenta notevolmente se si effettuano modifiche sostanziali in corso d’opera o quando il render è quasi concluso. È molto complesso, infatti, cambiare delle impostazioni generali, come il punto di vista o la provenienza della luce: doverli modificare quando il computer ha già elaborato l’immagine in alta significa buttare via gran parte del lavoro già fatto.
In genere il cliente che non ha un fornitore di fiducia si rivolge a più professionisti e richiede diversi preventivi. Confrontarli, però, non è semplice e bisogna fare attenzione. Il consiglio che possiamo dare per evitare errori è basarsi sui risultati. Il render deve necessariamente essere un’immagine fotorealistica e perciò, per rendersi conto di come lavora un professionista, si può chiedergli di visionare altri render già completati. Solo in questo modo si può capire se il costo del render è commisurato al risultato. Nel caso di Studio Urnato, quando ci si presenta a un cliente nuovo, si mostrano sempre i lavori eseguiti.
COME CONVIVONO FOTOGRAFIA E RENDERING
La fotografia può essere di grande aiuto nella realizzazione di un render fotorealistico. Prima di iniziare un lavoro occorre valutare bene se, per rappresentare l’oggetto richiesto nello sfondo desiderato, siano più utili un render, una fotografia o un mix dei due. A seconda del prodotto e del contesto, si individua la formula più corretta e vantaggiosa. L’utilizzo dell’uno o dell’altra viene definito anche in base al risultato che si vuole ottenere. Ad esempio, se il cliente vuole l’immagine di una poltrona inserita in una villa per un catalogo, prima di tutto ci si chiede se la poltrona esista e se sia adatta ad essere fotografata. In caso affermativo la si fotografa. In secondo luogo ci si chiede se la villa in questione esista o meno. Se esiste si valuta se può essere fotografata o se questo comporta delle problematiche (costo, permessi, tempo). Se la poltrona non esiste o è troppo complessa da fotografare, la si può costruire virtualmente. È il fotografo che, di volta in volta, individua la formula più corretta e conveniente per il cliente. In questo caso converrà fotografare la poltrona, ricostruire l’ambiente virtualmente e poi unire le due cose in post-produzione.
L’IMPORTANZA DEI DETTAGLI
Per ottenere un buon rendering fotorealistico è importantissimo studiare fin da subito la scena, le luci, i materiali e l’inquadratura. Questo va fatto in fase di produzione e non di post-produzione per evitare il considerevole aumento del lavoro che ne deriverebbe. Se si segue questo suggerimento, in fase di post-produzione si arriva con un render già ultimato e ci si limita ad ottimizzare il file per la stampa o il web, a regolare i contrasti o a migliorare l’immagine, ma non si interviene in modo sostanziale.
LA POST-PRODUZIONE COMPOSITING
Durante la fase di post-produzione compositing, si combinano elementi visivi provenienti da diverse fonti in un’immagine unica, facendo in modo che convivano in modo naturale e realistico nella stessa scena. Più semplicemente, si uniscono una parte fotografica ad una parte virtuale generata dal computer. Per ottenere come risultato un render fotorealistico c’è una regola fondamentale: la luce e il punto di vista della fotografia e del render devono combaciare perfettamente. Perché questo accada, l’operatore deve sapere esattamente come e dove l’oggetto sarà contestualizzato in quanto, quando andrà ad unire oggetto e sfondo, questi dovranno convivere in modo naturale.
Si può effettuare sia il compositing di interni che il compositing di esterni. I casi in cui si ricorre al compositing sono molteplici. In genere il cliente è in possesso dell’oggetto da rappresentare e quindi lo si può fotografare, ma vuole inserirlo in un contesto difficile da fotografare per vari motivi. Può trattarsi di una location straordinaria difficilmente fotografabile o difficilmente raggiungibile o difficilmente trasformabile in un set fotografico (potrebbero essere necessari permessi, l’intervento della polizia locale per bloccare il traffico o fermare la gente). Oppure, ancor più semplicemente, si desidera una certa luce e quindi bisognerebbe attendere una giornata con meteo favorevole, aspettare un orario preciso per avere una determinata luminosità, spostarsi con tutta l’apparecchiatura e creare il set fotografico in un luogo magari non adatto. In tutti questi casi la soluzione è il compositing: si fotografa l’oggetto in studio e in post-produzione lo si inserisce in uno sfondo realizzato virtualmente.
La tecnica del compositing, rispetto al CGI rendering, comporta però un piccolo svantaggio: a differenza del rendering “puro”, con il compositing non è possibile modificare il punto di vista in un secondo momento. Ad esempio: non posso far ruotare un oggetto se questa possibile modifica non è già prevista in fase di scatto. Con il 3D, invece, l’oggetto è completo in tutti i suoi lati e quindi è possibile cambiare l’inquadratura in qualsiasi momento. Per poter utilizzare il compositing, quindi, è necessario che il cliente abbia le idee chiare fin da subito, in modo che l’operatore sappia esattamente dove l’oggetto andrà contestualizzato e quale fonte di luce e punto di vista utilizzare.
Esempio: se il professionista unisce con il compositing la foto di una cucina al render fotorealistico di un certo sfondo, la provenienza della luce deve essere la stessa nell’una e nell’altro, altrimenti il risultato non sarà realistico. Quando il professionista fotografa la cucina, quindi, deve già sapere dove andrà inserita. E, quando realizza il render dell’ambiente, deve sapere già da dove deve provenire la luce.
I SETTORI IN CUI IL RENDERING PUÒ ESSERE UTILE
Il render fotorealistico può essere utile in qualsiasi settore. Vediamo i principali.
In architettura il rendering può consentire di rappresentare degli edifici non ancora esistenti, di completarne altri in fase di costruzione o di modificarne alcune caratteristiche. Il render di architettura offre numerosi vantaggi rispetto alla fotografia, basti pensare che in qualsiasi momento lo si può modificare cambiando ad esempio il punto di vista. Il rendering fotorealistico di architettura può essere utilizzato, oltre che specificatamente in architettura, il tutti gli altri settori in cui si abbia la necessità di proporre un prodotto inserito in un contesto di tipo architettonico.
Molto spesso viene richiesto il rendering di interni, che comprende il rendering d’arredamento e, ad esempio, il rendering di ufficio. Si costruiscono render fotorealistici di ambienti chiusi quando questi non esistono o esistono solo in parte, o esistono ma sono complessi o costosi da fotografare. Lo scopo per cui si ricorre al rendering d’interni è dare un’idea realistica dell’ambiente o contestualizzare un oggetto che necessita un ambiente arredato. Il rendering d’interni è molto utilizzato da aziende che producono rivestimenti, pavimenti in legno, carta da parati, ma anche complementi d’arredo, accessori o oggetti di vario tipo. Il rendering fotorealistico di ufficio può essere utile ad un’azienda che produce mobili per ufficio, ma anche qualsiasi oggetto che deve essere inserito in un ambiente d’ufficio.
Nel caso di rendering di esterni, è possibile realizzare rendering fotorealistici di ville o di case ancora non esistenti. Naturalmente di caso in caso si valuta la necessità di effettuarlo. Può essere che un progettista si accontenti di un disegno 3D o di un render appena abbozzato e che quindi non sia il caso di rivolgersi a un professionista di rendering fotorealistici perché il costo non sarebbe giustificato. Studio Urnato realizza solo rendering fotorealistici di qualità, il cui risultato è del tutto identico a un’immagine fotografica reale.
Un render che viene richiesto molto spesso è il rendering fotorealistico di prodotto. Sono principalmente le aziende produttrici a richiederlo quando ancora non dispongono del prodotto o per varie ragioni questo non è fotografabile ed è preferibile rappresentarlo con un render fotorealistico.
LA FIGURA DEL FOTOGRAFO
Per capire se un render è stato prodotto da un professionista c’è un criterio fondamentale da seguire: valutare quanto l’immagine sia realistica e confondibile con una fotografia e quindi quanto il render sia fotorealistico. In realtà non tutti hanno lo stesso metro di giudizio per valutare se lo è, è il professionista che deve guidare il cliente.
Al cliente non dico subito “questo è un render”. Non voglio influenzarlo. Preferisco fare una sorta di test. Fornisco 5 fotografie e 5 rendering fotorealistici e chiedo di distinguerli. Il cliente non ci riesce mai. Sono io che alla fine del test indico quali immagini sono fotografie e quali invece sono render. Se il cliente mi sceglie come professionista, si affida a me come garante
Alla base di un render fotorealistico deve esserci uno studio accurato delle luci, dei materiali e dell’inquadratura. Chi lo produce deve conoscere e saper applicare le regole fondamentali dell’illuminazione e della prospettiva, e deve avere l’esperienza necessaria per offrire con il render un risultato fotorealistico simile a quello che si otterrebbe con la fotografia. La persona più appropriata per questo tipo di approccio è il fotografo: abituato a studiare questi aspetti per realizzare delle foto professionali, egli sa utilizzare lo stesso metodo anche per produrre un ottimo rendering fotorealistico.
L’IMPORTANZA DELLA LUCE
Anche nel render, come in fotografia, la luce è importantissima. Leggi “Tutto quello che devi sapere sulla fotografia commerciale”. Quando si effettua un render fotorealistico, è la prima cosa a cui pensare. Nel caso della luce naturale, è necessario immaginare da dove proverrebbe se quell’immagine fosse davvero reale. Quando si individua quel punto, lì si colloca la fonte di luce fittizia e tutto deve essere illuminato di conseguenza.
Ogni oggetto presente nel render deve essere illuminato secondo lo stesso criterio: se ci sono più soggetti, la fonte di luce naturale deve essere la stessa per tutti e le ombre ne deriveranno di conseguenza. Nel caso di luce artificiale, il discorso è diverso perché possono esserci più fonti di luce, ma l’importante in ogni caso è che queste siano coordinate tra render e fotografia.
Non rispettare questa regola porta a compiere degli errori che compromettono la veridicità dell’immagine. Quando si uniscono immagini fotografiche e render questo aspetto è ancor più delicato: per poter coordinare oggetto fotografato e ambiente renderizzato o viceversa, la fonte luminosa deve necessariamente corrispondere. Se si parte dalla fotografia occorre come prima cosa chiedersi da dove proverrà la luce nel render. Se invece si parte dal render, è necessario poi coordinare l’illuminazione nella foto di conseguenza. I due materiali (virtuale e reale) verranno uniti in post-produzione, ma è in fase di produzione che bisogna prevedere tutto per evitare errori.
LO STUDIO DEI MATERIALI
Per la resa del materiale è fondamentale la scelta della luce. Il materiale è vincolante e determina che tipo di luce scegliere e dove collocarla: uno poroso richiede una luce radente, uno lucido richiede che ci sia anche una luce di riflesso.
Ogni materiale risponde alla luce in modo diverso e, mentre nella fotografia questo viene dato quasi per scontato perché è la realtà che detta legge, nel render fotorealistico è un aspetto fondamentale, in grado di determinare la veridicità di un oggetto e, di conseguenza, l’attendibilità del render. Per procedere nel migliore dei modi, bisogna partire dal materiale reale, occorre studiare la sua composizione (durezza, porosità) e il tipo di lavorazione (lucidità, opacità), e vedere come si comporta quando viene illuminato (che differenze ci sono se viene colpito dalla luce solare o da quella artificiale, se si utilizza luce diretta o diffusa, che riflessi e sfumature di colore si creano sulla superficie). Solo quando si è studiato bene il materiale nella realtà, si può pensare di ricreare lo stesso effetto nel render. Si impostano tutti i parametri nel programma utilizzato e il computer li elabora. Questa operazione, però, non è semplice come potrebbe sembrare: solo un professionista sa inserire i valori corretti. In base ai diversi settaggi, l’oggetto rappresentato risulterà più o meno realistico. In Studio Urnato si ricorre abitualmente alle comparazioni: si fotografa prima il materiale reale su piccola scala e si verifica come si comporta, e in seguito si riproduce il risultato al computer. Questo comporta più lavoro, ma garantisce risultati eccellenti.
La nostra forza sta nel fatto che il render viene gestito da un fotografo e non da un tecnico. Il tecnico che realizza render, invece, necessita poi dell’intervento di un fotografo. Oltre alla scelta delle luci e dell’inquadratura, noi siamo in grado di occuparci anche della creazione dei materiali. Quando ricreiamo nel virtuale certi materiali abbiamo un vantaggio: sappiamo già come si comportano perché prima li abbiamo fotografati! Prima di produrre un render fotorealistico, effettuiamo delle comparazioni: fotografiamo i materiali e poi li ricreiamo al computer. Questo naturalmente richiede maggior tempo e maggior lavoro, e quindi comporta dei costi diversi, ma se si desidera un render fotorealistico è necessario procedere così.
L’INQUADRATURA GIUSTA
Altro aspetto importante per la realizzazione di un rendering fotorealistico è l’inquadratura. Anche il punto di vista deve essere reale, simile quello che viene usato in fotografia. Che si tratti di un oggetto o di un ambiente, la composizione dovrà avere un punto di vista realistico, adeguato alla resa del prodotto.
QUALCHE PICCOLO DIFETTO AIUTA
Quando si effettua un rendering fotorealistico, può essere utile inserire nell’immagine dei piccoli difetti per renderla meno artificiale e più vicina alla realtà. Questa è un’operazione molto delicata che si effettua in post-produzione: solo un professionista sa calibrare la giusta dose di imperfezioni senza rovinare l’effetto finale. Un fotografo è la persona ideale perché è abituato a lavorare con la realtà, anche se, mentre nella fotografia si cerca di correggere i difetti, nel rendering fotoralistico si tende ad aggiungerne.
IL RISPETTO DEI TEMPI
C’è un altro aspetto che consente di distinguere il lavoro di un professionista da quello di un dilettante. Un professionista rispetta le tempistiche: se promette al cliente di consegnare il lavoro per una tal data, quella scadenza verrà rispettata. Il render, come tutti gli altri lavori, è parte di un ingranaggio e, se c’è un ritardo nella consegna, tutto il processo subirà un rallentamento. Un professionista sa lavorare in squadra e quindi sa che ogni singola operazione è importante per il funzionamento della “macchina”. Se il render deve essere inserito in un catalogo, ad esempio, e non è pronto per la data prevista, fa rallentare anche l’agenzia o il grafico incaricato di impaginare il catalogo. Di conseguenza, il materiale arriverà in ritardo in tipografia e non sarà pronto per essere consegnato al distributore o distribuito in fiera al momento concordato. Le tempistiche si discutono e si fissano prima di elaborare il preventivo.
UN PREVENTIVO SENZA SORPRESE
Il professionista prima di realizzare il rendering fotorealistico prepara un preventivo con un’idea di costo il più possibile accurata. Per dargli la possibilità di preparare un preventivo preciso, il cliente deve presentare un progetto chiaro, completo e particolareggiato. La bozza può essere un disegno a mano, un file CAD o un file tridimensionale realizzato con un programma 3D. È il professionista che specifica quali requisiti deve avere il file di partenza. Il costo naturalmente varia se le modifiche vengono richieste a lavoro quasi ultimato: in fase finale, infatti, richiedono molto tempo e lavoro. Per questo il professionista inizia il lavoro solo quando ha raccolto tutte le informazioni necessarie. A quel punto formula un preventivo, stabilisce delle tempistiche (che variano anche in base al momento e ai lavori in corso) e poi le rispetta.
Confrontare dei preventivi non è facile. Un indicatore di serietà importante nel render fotorealistico è la realtà che trasmette e la conseguente possibilità di confonderlo con una foto. Bisogna tenere conto di questo quando si comparano dei prezzi. C’è chi si improvvisa, pur non avendo la professionalità e l’esperienza necessarie. Si può utilizzare la stessa terminologia e promettere dei rendering fotorealistici, ma i risultati sono diversi.
FASE 1. CONFRONTO CON IL CLIENTE E VERIFICA DEI PREREQUISITI
La prima fase di realizzazione di un render fotorealistico comprende il confronto con il cliente. Durante questa fase il professionista individua e mette a punto tutte le specifiche del progetto. In primo luogo si informa su quali sono il soggetto e l’ambiente da rappresentare e capisce se sono disponibili da fotografare. In seguito, in base al soggetto, ai materiali a disposizione, all’ambientazione desiderata, alle tempistiche, allo scopo finale, al budget a disposizione, valuta se sia preferibile effettuare un render fotorealistico, una fotografia, o mixare le due cose in fase di compositing. Ogni caso è a sé e va studiato nelle sue specificità. Sicuramente affidarsi a un fotografo aiuta, in quanto egli è abituato a fotografare ed è in grado di valutare, caso per caso, come muoversi. Se ha padronanza sia delle tecnica fotografica che del render fotorealistico, sa capire subito se sia più vantaggioso scegliere l’una o l’altro.
A volte si deve optare per il render perché non si ha l’oggetto a disposizione, o perché si desidera un’ambientazione che non esiste, o perché magari oggetto e contesto sono reali ed esistenti ma l’oggetto è ingombrante da spostare o da fotografare, o l’ambiente desiderato è difficile da raggiungere o da fotografare. A volte, invece, oggetto e sfondo sono disponibili e sarebbe irragionevolmente costoso effettuare un render. Altre volte, infine, la soluzione sta a metà: l’oggetto è fotografabile (quando invece ricrearlo in render sarebbe laborioso), ma l’ambientazione richiede un rendering fotorealistico; oppure conviene renderizzare l’oggetto la cui produzione sarebbe troppo costosa e usare una fotografia di archivio per lo sfondo. In questi ultimi due casi fotografia e render fotorealistico possono essere usati insieme e mixati in fase di compositing.
IL PREVENTIVO SI PUÒ FARE SE CI SONO I PREREQUISITI
Il cliente deve avere le idee chiare per mettere il fotografo nelle condizioni di svolgere il suo lavoro. Vediamo passo passo cosa deve sapere il fotografo per poter procedere con il rendering fotorealistico e cosa deve quindi spiegare chi desidera un rendering:
I PREREQUISITI
Se il soggetto esiste si fa una foto.
Se esiste ma non è perfetto, si fa foto e poi la si ritocca.
Se non esiste o esiste ma non è fotografabile o fotografarlo sarebbe troppo costoso o gravoso, si fa un render.
LE DOMANDE DA PORSI
Da cosa si parte per effettuare il render? Da un disegno fatto a mano? Da una foto? Da un disegno 3D? Naturalmente il preventivo varierà in base a questo: se si parte da un modello 3D si risparmia un bel po’ di lavoro rispetto a partire da zero o da un disegno abbozzato.
Dove contestualizzo l’oggetto? Il cliente deve dare al fotografo un riferimento: può essere un progetto, un disegno, un’idea. Anche qui, occorre capire se il contesto sia fotografabile o se sia necessario renderizzarlo. Nel primo caso si può procedere con il compositing, nel secondo caso si effettua il render anche dell’ambiente.
Si vuole trasmettere un’emozione? Se non si desidera trasmettere un’emozione e si vuole un’immagine tecnica descrittiva dell’oggetto, si effettua un render non ambientato. Se si vuole trasmettere un’emozione, si lavora con la luce, ad esempio si propone un’ambientazione con la luce del tramonto, mixando una foto e un render.
A questo punto, se il lavoro ha i prerequisiti, si definiscono i professionisti da coinvolgere. Per un rendering d’arredamento può servire un art buyer (indica quali oggetti posizionare e dove) o un architetto (si parte da un suo disegno per fare il render fotorealistico d’arredamento). A volte l’azienda stessa ha al suo interno un progettista o un architetto che si confronta con il fotografo nella realizzazione. Mano a mano che si affina il progetto si può fare un’ipotesi di costo e poi formulare un preventivo.
La prima fase del lavoro, quella appena conclusa, è fondamentale perché più dettagli vengono definiti all’inizio, più si risparmiano tempo e denaro – nelle fasi successive. È consigliabile dedicare a questa fase tutto il tempo necessario.
FASE 2. ELABORAZIONE DELLA PREVIEW E COORDINAMENTO DEL TEAM
Una volta formulato il preventivo, si può partire con il lavoro vero e proprio. Quando si effettua un render fotorealistico a dirigere i lavori è sempre il fotografo: è lui che sa cosa si può fare e quali sono i limiti delle varie tecniche. Conoscendo bene come funzionano i programmi e quali sono le loro potenzialità, il fotografo capisce cosa convenga fotografare, cosa sia preferibile renderizzare e cosa effettuare in post-produzione. Se ci sono foto da scattare per eseguire delle comparazioni se ne occupa lui. La parte tecnica, invece, la svolgono i collaboratori, ma sempre con la sua supervisione.
In base alle richieste e alle indicazioni raccolte, viene realizzata un’anteprima. L’anteprima o preview è molto vicina al risultato finale in quanto è già completa di tutti i materiali, con le luci e il punto di vista impostati correttamente. Una volta pronta, la preview viene presentata al cliente che fa tutte le osservazioni del caso e richiede le modifiche che ritiene opportune. Il professionista sa consigliargli come andare nella direzione più fotorealistica possibile.
Va tenuto ben presente che quando il rendering fotorealistico è ultimato, qualsiasi intervento è doloroso, a livello di tempi e quindi, di conseguenza, di costi. Alcune cose possono essere modificate in un secondo momento (ad esempio inserire o togliere un accessorio o un complemento d’arredo), ma altre richiedono di ripartire quasi da zero (ad esempio cambiare la pavimentazione). È per questo che si raccomanda di dedicare tutto il tempo necessario al progetto, prima, e al controllo della preview, poi.
FASE 3. PRESENTAZIONE DEL RISULTATO FINALE
Quando il cliente conferma l’anteprima, il progetto viene affinato e reso definitivo. Se fino a questo punto se ne sono occupati direttamente il fotografo professionista e i collaboratori sotto la sua supervisione, ora il progetto passa nelle “mani” dei PC. Tutti i dati vengono inseriti nei computer che li elaborano e forniscono un’immagine in alta definizione: il rendering finale. Studio Urnato ha una render farm interna adibita solo a questo. Questa stazione di calcolo lavora giorno e notte riuscendo a elaborare anche più render contemporaneamente. Quando il render è ultimato, il fotografo lo ottimizza in base alla destinazione finale (per carta stampata, per web o quant’altro) e lo presenta al cliente con il calcolo in alta risoluzione.
RENDERING FOTOREALISTICO E PRIVACY
C’è un aspetto molto importante e delicato al quale, purtroppo, si pensa poco. Quando ci si rivolge ad un professionista per realizzare un render, gli si affidano dati importanti e delicati. In primo luogo si mette nelle sue mani un’idea nella forma di progetto o di disegno, poi si aggiungono altri elementi mano a mano che il lavoro procede. Spesso gli si chiede di disegnare il render di un prodotto che non esiste o che esiste solo come prototipo. Questo comporta di riporre una grande fiducia in lui e nella sua serietà.
È veramente rischioso che un’idea finisca nelle mani sbagliate. Per questo bisogna scegliere con grande attenzione il professionista con cui si collabora. Al giorno d’oggi, invece, pur di risparmiare, non si presta la dovuta attenzione a questo aspetto e si sceglie con superficialità il fornitore. Molti studi che effettuano render, pur di tagliare le spese e di catturare i clienti abbassando il preventivo o mantenendolo più basso dei concorrenti, delegano parte del lavoro – o anche tutto – a studi esterni che si trovano all’estero. I Paesi che svolgono questo tipo di lavoro a prezzi veramente bassi sono Cina, India, Vietnam, Bangladesh. Spesso vengono inviati i progetti in quelle zone con la richiesta di eseguire la parte di calcolo e di elaborazione dell’immagine. Pochi si soffermano a pensare a quanto questo sia avventato, soprattutto quando si tratta di progetti in anteprima.
Gli studi più seri eseguono tutto il lavoro internamente e questo, pur comportando dei costi maggiori, consente al cliente di evitare qualsiasi tipo di rischio. In Studio Urnato il lavoro viene eseguito solo da professionisti di fiducia che lavorano internamente e fanno parte dello studio da anni. Non solo, Studio Urnato ha una render farm interna per il calcolo e l’elaborazione dati. Uno studio serio, quando accetta un lavoro, firma un documento di riservatezza con cui si impegna a non divulgare i dati e le immagini.
Gli studi più seri eseguono tutto il lavoro internamente e questo, pur comportando dei costi maggiori, consente al cliente di evitare qualsiasi tipo di rischio. In Studio Urnato il lavoro viene eseguito solo da professionisti di fiducia che lavorano internamente e fanno parte dello studio da anni. Non solo, Studio Urnato ha una render farm interna per il calcolo e l’elaborazione dati. Uno studio serio, quando accetta un lavoro, firma un documento di riservatezza con cui si impegna a non divulgare i dati e le immagini.
Tutto il calcolo del virtuale viene gestito da noi, con la nostra render farm interna. Molti affidano la fase di calcolo e di elaborazione a studi esterni distribuiti in giro per il mondo. Questo comporta che un progetto finito – anche se in bassa definizione è pur sempre finito! – possa finire in mano a chiunque e possa essere divulgato senza che l’azienda produttrice ne sappia nulla. Quando si manda del materiale all’estero se ne perde completamente il controllo. In questo contesto stiamo parlando del render fotorealistico, ma vale lo stesso anche per la fotografia commerciale. Tanti studi fanno fare esternamente gli scontorni, ad esempio. Noi invece garantiamo la massima riservatezza ai nostri clienti. Firmiamo un documento in cui assicuriamo di non divulgare le immagini. In Studio, inoltre, non c’è in turnover di collaboratori, ma solo professionisti che lavorano con noi da anni.
I TUOI PRODOTTI E SPAZI NON ESISTONO ANCORA?
Con il rendering ti aiutiamo a rappresentarli come se fossero reali.